Documento minist. su Indicazioni Nazionali idealizzato e parziale
Il Consiglio Nazionale dell’ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici), riunitosi a Montegrotto Terme (PD), lo scorso 27 marzo ha approvato all’unanimità un testo contenente una serie di riflessioni sul documento ministeriale delle Nuove Indicazioni 2025. La lettura proposta dall’Associazione riguarda la prospettiva del dirigente scolastico “da intendersi in una duplice accezione: sia quella educativa di leader per l’apprendimento, sia quella unitaria di chi è chiamato a governare e presidiare la complessità dell’organizzazione e dei suoi processi”. La disamina del documento ministeriale, secondo l’ANDIS idealizzato, parziale e talvolta scollato dalla realtà delle scuole italiane, è stata condotta attraverso sette assi tematici.
L’ANDIS ritiene che il testo ministeriale presenti un’immagine bucolica della scuola come “comunità educante”, omettendo la sua dimensione sistemica e complessa. La visione idealizzata della scuola non pone l’accento sulle sfide concrete, come la gestione delle risorse, la motivazione del personale, la leadership diffusa e l’adattabilità metodologica. Secondo l’associazione, manca il necessario riconoscimento della pluralità professionale e delle competenze necessarie per guidare un’organizzazione articolata come la scuola.
Il documento ministeriale propone, secondo il Consiglio Nazionale dell’ANDIS, l’immagine romantica del “maestro”, ignorando quasi completamente il profilo professionale del docente contemporaneo. Competenze chiave come progettazione, collegialità, formazione continua, capacità relazionale e riflessività sono trascurate. L’ANDIS ritiene che l’idea di “curriculum maker” assegnata al singolo insegnante sia impropria e in contraddizione con il ruolo del Collegio Docenti.
L’ANDIS rileva l’assenza di solidi riferimenti ai processi progettuali che coinvolgono gli organi collegiali: l’individuo (docente o alunno) viene privilegiato a discapito della dimensione collettiva dell’insegnamento e dell’apprendimento. Anche l’inclusione – sottolinea l’Associazione – viene affrontata in maniera riduttiva, limitandola al potenziale cognitivo del singolo alunno e mettendo in secondo piano la molteplicità delle intelligenze e la necessaria competenza metodologica dei docenti.
Secondo l’Associazione, il documento ministeriale nel capitolo dedicato alle relazioni con famiglie e territorio non riconosce la complessità di tali rapporti. L’ANDIS osserva come ci sia una visione troppo semplificata delle odierne dinamiche familiari e chiede una maggiore attenzione alla pluralità dei contesti sociali. A rendere il quadro incompleto, secondo il Consiglio Nazionale, è anche l’assenza di una visione sistemica e partecipativa del territorio.
L’ANDIS intravede nella visione dei saperi proposta nelle Nuove Indicazioni un’impostazione trasmissiva, in quanto l’elenco dei contenuti per anno e per disciplina si pone in contrasto con l’approccio per competenze e con l’autonomia progettuale delle scuole. L’Associazione considera ignorata la cultura della complessità, ritenuta invece un asse portante delle Indicazioni del 2012.
Il Consiglio Nazionale segnala carenze anche in riferimento all’idea di valutazione, in quanto ravvede nel documento ministeriale l’assenza del legame tra progettazione e valutazione, la mancata distinzione tra valutazione formativa e sommativa e la promozione di una semplificazione che rischia di indebolire la funzione formativa del processo valutativo.
Infine, l’ANDIS definisce il linguaggio usato spesso generico, retorico e, in alcuni casi, anacronistico, osservando, da un lato, l’utilizzo di espressioni emotive come “il cuore” o “serena naturalezza” e, dall’altro, la mancanza di chiarezza e coerenza terminologica su concetti cardine come competenza, valutazione e progettazione. L’eterogeneità stilistica e contenutistica tra le sezioni, secondo l’Associazione, suggerisce una stesura frammentaria, non sempre in linea con i reali bisogni della scuola contemporanea.