Licenziare chi si sottrae al vaccino? Si!
Cari Amici, in questo giorni la stampa si sta occupando del problema dei lavoratori che in case di riposo o in ospedali, rifiutano la vaccinazione, e si chiede se sia giusto che nei loro confronti vengano assunti provvedimenti di sospensione dal lavoro o licenziamenti. Su questa problematica si sono costituiti inevitabilmente i due schieramenti dei favorevoli e contrari, ed ognuno ha motivato le proprie ragioni.
Trovo surreale che su un problema così ineludibile come la pandemia, possa innescarsi a livello di opinione pubblica un dibattito: solamente il porlo denota un vuoto culturale spaventoso, frutto dell’esaltazione del valore assoluto dell’io, prima di quello della collettività.
I contrari a misure restrittive o limitative del diritto al lavoro invocano la mancanza di una legge che dovrebbe disciplinare la materia, gli altri controdeducono a conforto della propria tesi, facendo riferimento a norme indirette.
A me pare che proprio in assenza di una cultura civica per argomentare, le ragioni dell’una o dell’altre parte vengano ricondotte a motivazioni oggettive (ricorso alle norme). Abbiamo sempre pensato e studiato che le norme (nelle varie forme) sono le regole che la società organizzata si dà per disciplinare una materia e che quindi sono il frutto di un percorso culturale più o meno lungo a diversi livelli che investe tutta la collettività. Nel caso di un evento eccezionale (la pandemia) il buon senso – prima dell’arrivo della norma – dovrebbe indurre il singolo a comportamenti ispirati al bene collettivo e che non siano lesivi per la collettività (ecco l’obbligo dell’uso delle mascherine e della vaccinazione per la salvaguardia del bene collettivo, la salute).
Tu, singolo, hai un convincimento diverso circa la necessità di assumere comportamenti raccomandatì dalla collettività per il bene comune?
Nessun problema, ma per il periodo dell’emergenza che può essere più o meno lungo, ti isolo, se ti ammali doverosamente ti curo, ma evito che tu possa potenzialmente fare del male agli altri.
La regola (la norma per disciplinare la fattispecie) sarà fatta, ma causa l’emergenza ho altro di cui farmi carico per il perseguimento del bene collettivo, e nel frattempo ti isolo (ti sospendo dal servizio). Una sentenza dirà a posteriori se ho sbagliato (cioè, se ho commesso un atto illecito), ma posso dire che ho agito in nome di un convincimento doveroso verso la collettività ed ho contestualmente lasciato al singolo la responsabilità di vivere il proprio.
Agostino Scaramuzzino